La “cimice gigante assassina spinosa” o Psyttala horrida, erroneamente chiamata Psytalla horrida, è una specie di cimice assassina originaria dell’Africa. Fa parte della famiglia dei Reduviidae ed è endemica dell’Africa occidentale che si estende dal Togo al Cameroon. Presente nell’hobby da pochi anni è la specie di cimice assassina più grande del mondo con i suoi 5 cm di lunghezza una volta adulta. E’ caratterizzata da un corpo robusto, carenato da spine lungo il torace e una colorazione aposematica che nelle neanidi alterna il nero e un arancione scuro, per poi diventare rosso acceso una volta adulta.
⚠️ È importante prestare particolare attenzione a questa specie, in quanto dotata di veleno e di ghiandole toraciche capaci di secernere un liquido dall’odore sgradevole. Il veleno può provocare un dolore intenso e, nei soggetti allergici, reazioni potenzialmente gravi. Si sconsiglia di maneggiare l’animale e di disturbarlo, poiché, sebbene tendenzialmente schivo, non esiterà a difendersi se minacciato.
Caratteristico di questa specie è il rostro boccale detta anche proboscide utilizzata sia per l’alimentazione sia a scopo difensivo. Sono cacciatori attivi che sfruttano le vibrazioni per individuare la preda oltre alla vista, sferrano un attacco balzando sulla preda e immobilizzandola con le 2 zampe anteriori mentre il rostro secerne il veleno paralizzante nella vittima. Aspetto abbastanza interessante è la capacita di vivere in colonia e praticare la caccia di gruppo, per cui sarà possibile vedere più di un esemplare cercare di immobilizzare la preda.

Stabulazione
Per un corretto allevamento in cattività, è fondamentale garantire uno spazio adeguato alla dimensione della colonia. Per 3-4 coppie adulte, un terrario di 30×30×30 cm risulta ideale. Le pareti devono essere realizzate con un materiale che permetta alle cimici di arrampicarsi; a tal proposito, l’uso di pannelli di sughero si è dimostrato particolarmente efficace.
La presenza di nascondigli è essenziale per offrire ripari alle neanidi ed evitare episodi di cannibalismo, un comportamento abbastanza diffuso in condizioni di stress o in assenza di prede.
Substrato e umidità
Come substrato, si consiglia fibra di cocco o torba di sfagno, entrambe ottime per mantenere un tasso di umidità ottimale, compreso tra il 50% e il 60%. Per regolarla, è sufficiente inumidire una parte del substrato versando acqua, in modo che gli esemplari possano autoregolarsi secondo le proprie esigenze.
Per garantire uno sviluppo ottimale e il benessere degli esemplari, la temperatura dovrà essere mantenuta intorno ai 25°C. Qualora la temperatura ambientale della stanza non sia sufficiente, si raccomanda l’utilizzo di fonti di calore esterne, come cavetti o tappetini riscaldanti.
Questi dispositivi dovranno essere posizionati lateralmente al terrario e mai alla base, al fine di evitare il surriscaldamento del substrato.
È altrettanto importante garantire una buona ventilazione, per prevenire la formazione di muffe e mantenere condizioni igienico-sanitarie ottimali. Si consiglia, a tal fine, l’utilizzo di terrari con copertura superiore in rete, in modo da assicurare un efficace ricircolo d’aria.
Benefici del terrario bioattivo
L’adozione di un terrario bioattivo è fortemente consigliata per mantenere un elevato livello di igiene ed evitare la formazione di muffe, poiché questi insetti tendono a sporcare notevolmente. L’introduzione di collemboli e Trichorhina tomentosa risulta estremamente utile per il riciclo della materia organica, mentre l’aggiunta di Porcellio “Dairy Cow” contribuisce allo smaltimento dei detriti più voluminosi, oltre a fungere da fonte di cibo per gli esemplari più giovani.
Infine, la distribuzione di foglie di quercia sul substrato non solo fornirà una risorsa alimentare per gli organismi detritivori, ma contribuirà anche a ricreare un ambiente più naturale e visivamente gradevole.
Alimentazione
Si consiglia di alimentare gli esemplari con regolarità, ogni 5–6 giorni, utilizzando prede vive rilasciate direttamente all’interno del terrario. Una carenza prolungata di cibo può infatti incentivare episodi di cannibalismo, soprattutto nei gruppi di individui mantenuti insieme.
Come prede, si possono utilizzare diversi insetti da pasto, purché non presentino abitudini fossorie marcate, poiché tenderebbero a nascondersi nel substrato rendendosi inaccessibili. I grilli (Acheta domesticus, Gryllus assimilis), le blatte dubia (Blaptica dubia) e le blatte lateralis (Shelfordella lateralis) rappresentano scelte ideali per l’alimentazione.
È fondamentale che gli insetti da pasto siano ben nutriti e idratati prima di essere somministrati (processo noto come gut-loading), al fine di garantire un adeguato apporto di vitamine e nutrienti agli artropodi predatori.
Le dimensioni delle prede devono essere proporzionate a quelle dell’esemplare da alimentare. Tuttavia, non è raro osservare giovani neanidi nutrirsi da una preda abbattuta da un individuo adulto.
Riproduzione

La riproduzione avviene spontaneamente quando due esemplari di sesso opposto raggiungono la maturità sessuale, ovvero lo stadio adulto.
Il dimorfismo sessuale non è particolarmente evidente, ma un osservatore esperto può distinguere il maschio grazie alla presenza della capsula genitale sull’ultimo uriternite, e generalmente da una taglia leggermente inferiore rispetto alla femmina.
In seguito all’accoppiamento, la femmina depone le uova nel substrato, prediligendo le aree più umide. In questa specie non vengono attuate cure parentali: le uova vengono lasciate nel terreno e si sviluppano in autonomia fino alla schiusa.
Dopo un periodo variabile, solitamente poco più di un mese, ma che può estendersi fino a 2–3 mesi in funzione delle condizioni di stabulazione (temperatura, umidità), sarà possibile osservare le prime neanidi attive nel terrario. Queste nascono completamente autosufficienti e iniziano immediatamente la ricerca di prede.
Le giovani cimici possono essere mantenute nello stesso terrario dei genitori, oppure trasferite in un ambiente dedicato, che dovrà essere di dimensioni proporzionate e ben fornito di prede vive. È fondamentale evitare periodi di digiuno prolungato, poiché ciò potrebbe favorire episodi di cannibalismo intraspecifico, particolarmente comune nelle fasi giovanili.
Il raggiungimento dello stadio adulto avviene attraverso una serie di mute successive, distribuite nell’arco di un periodo di circa 7 mesi, anche se tale intervallo può variare sensibilmente in base alla temperatura ambientale e alla frequenza dell’alimentazione.
Una volta completato lo sviluppo, gli esemplari adulti possono vivere per un periodo totale di poco più di 2 anni, se mantenuti in condizioni ambientali ottimali e con un’alimentazione adeguata.